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C'è stata una donna nella seconda metà del XX secolo che ha fatto sognare il mondo, che è diventata un simbolo e il cui fascino nel ricordo e nel mito non accenna a tramontare: si chiamava Marilyn Monroe (1926-1962), si dice che avesse fatto innamorare di sé, tra gli altri, il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy e suo fratello Robert. C'è stata una donna nella seconda metà del XV secolo che aveva fatto sognare Firenze, che era diventata un simbolo: si chiamava Simonetta Vespucci, si diceva che avesse fatto innamorare di sé, tra gli altri, Giuliano de' Medici e suo fratello, passato alla storia come Lorenzo il Magnifico. Due bellissime donne bionde: di una si conosce bene l'aspetto, dell'altra si dice che fu la modella ideale di Sandro Botticelli; una è morta a trentasei anni in circostanze misteriose, l'altra di tisi a soli ventitré anni, il 26 aprile 1476. La morte precoce di entrambe ha contribuito a creare un alone di mito e mistero intorno a loro. La suggestiva somiglianza fisica, la suggestiva somiglianza biografica, persino la suggestione dei numeri, con quei ricorrenti 2 e 6, bastano e avanzano per influenzare la fantasia e indurre ad altrettanto suggestivi paragoni. E non importa quale delle due fosse più bella: nel momento in cui sono vissute, entrambe incarnavano un omologo ideale di bellezza. Omar Ronda propone con questo ciclo di opere un particolare confronto di queste due splendide donne in un tripudio di stelle, brillantini luccicanti e luci accattivanti.